Vallo di Diano. “Il Vallo di Diano, preso nella morsa di due ‘grandi potenze’ confinanti, Vallo della Lucania e Basilicata, ha ceduto il proprio tribunale, una struttura dedicata e costruita con tutti i requisiti previsti dalle attuali norme, per via di una decisione romana, ovvero il decreto legislativo n.155/2012, che rivede la geografia giudiziaria per tagliare la spesa pubblica“. E’ quanto scrive il CODACONS di Vallo di Diano nella nota con cui denuncia la mancata bonifica di 41 mila metri quadrati di terreni interessati da smaltimento illecito di rifiuti ed il rinvio dell’udienza camerale relativa al boschetto paleo-palustre, che doveva tenersi ieri, al prossimo 24 marzo.
“Come cittadini“, prosegue il CODACONS, “lamentiamo, insieme ad altre criticità rilevate (forse con qualche ritardo?) dagli avvocati del foro di Sala Consilina, la carenza di collegamenti tra il Vallo di Diano e Lagonegro, l’inadeguatezza delle aule di udienza, aspetto che va a compromettere il buon funzionamento della giustizia, la difficoltà nell’effettuare gli adempimenti di cancelleria per le lunghe attese”.
“Un black-out è caduto”, prosegue la nota, “sull’udienza camerale dello scorso 5 luglio sulla questione della mancata bonifica dei terreni agricoli (per un’estensione di 41000 mq) interessati da smaltimento illecito di rifiuti, sequestrati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nel 2007, e ricadenti nei comuni di San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio e Teggiano. Infatti, all’avv. Elisabetta Giordano, che ha esposto le ragioni della nostra opposizione alla richiesta di archiviazione, tutte reperibili al sito seguente http://robertodeluca.blogspot.it/2013/06/una-speranza.html, non è ancora stato comunicato alcunché in merito, nonostante una richiesta, in tal senso, dello scorso 5 novembre. A tale richiesta è seguito un sollecito dell’11 novembre scorso, dove si specificava l’urgenza di prendere visione del fascicolo perché la questione è inquadrata nell’ambito della più vasta inchiesta sui rifiuti illecitamente smaltiti nel territorio campano”.
“Come già ribadito altre volte”, conclude, “il trasferimento del Tribunale in un’altra Regione comporterà un irreversibile impoverimento dell’intero comprensorio, non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l’aspetto sociale e culturale. Il rischio di un arretramento anche sul piano della legalità porrebbe, infine, non pochi interrogativi a tutti noi. Queste cose le vogliamo ripetere, affinché sia più chiaro lo scenario futuro della ‘Sala che sarà’ e del ‘Vallo che sarà’; scenario che una semplice azione amministrativa locale non potrà più cambiare, proprio mentre si profilano all’orizzonte proposte politiche che sono già macchiate da deprecabili episodi e da inchieste dell’antimafia”.