Battipaglia. I manifestanti sono ormai divisi: un gruppo, quello pacifico, preside Piazza Aldo Moro, mentre un altro si dirige alla stazione ferroviaria.
Alle 16.20 la zona circostante la stazione è chiusa al traffico, mentre i manifestanti occupano le entrante. Si registrano momenti di tensione quando arriva al binario il primo treno: le Forze dell’Ordine lasciano uscire i pendolari contro le grida e le proteste dei manifestanti. “Abbiamo avuto ordini dallo Stato di lasciarvi protestare. Avete ragione: in Italia e il problema è reale. Fate bene a manifestare ma il nostro compito è quello di non lasciarvi compiere reati.” – esclama un carabiniere.
Nel giro di mezz’ora il corteo lascia poi autonomamente la stazione per percorrere le strade cittadine: i manifestanti avanzano incitando i negoziante ad abbassare le saracinesche ed a scendere in strada con loro. Quando questo non accade, la situazione rischia di precipitare: davanti alle Poste ed alle Banche, dal corteo si alza il coro “Siete voi, siete voi, la rovina dell’Italia siete voi!”
Così, da via Roma a via Mazzini, superando le poste e di nuovo piazza Aldo Moro, tutte le saracinesche vengono abbassate. Le urla si fanno sempre più forte a via Italia, davanti al Municipio: “Questo palazzo non serve a niente!”.
In alcune occasioni, le porte dei negozi vengono chiuse dai manifestanti, i tavolini e le sedie dei bar sono sistemati dagli stessi. L’altra faccia della protesta aspetta e osserva da piazza Aldo Moro: viene organizzato un autobus per domani, nel giorno del voto di fiducia all’ esecutivo Letta, che guiderà la protesta a Roma.
I manifestanti in piazza prendono le distanze dal corteo che si riversa tra le strade, non condividendo l’aspetto intimidatorio che la protesta ha assunto, costringendo i negozianti a chiudere le loro attività. A prendere le distanze dalla protesta, dopo la nutrita presenza di scolari e meno nutrita di genitori, anche il collaboratore dei coordinatori Eliseo Della Calce che, in una nota pubblica sul suo profilo Facebook, scrive: “Dopo aver presidiato la ss 18 per tutta la notte(30-40 persone)alle 7,00 di stamani i celerini ci caricano e fanno sgombrare il presidio,(si profila la sconfitta)rientro a casa per riposare d’altronde cosa si poteva fare? Al seguito dopo qualche ora manifestano per le strade della citta’ un nutrito gruppo di studenti…ripeto studenti…le… forze dell’ordine visto il corteo dirigersi per il blocco dell’autostrada,arrestano il coordinatore Emilio Tortorella.”
“Nel mentre stavano arrivando a piedi gli amici di Eboli(circa 300 anime). Fermati dagli onnipresenti celerini che li bloccano all’altezza della cosidetta “fontana del fico”, caricano e li fanno tornare indietro con violenza,gli amici di Eboli meravigliati fanno retromarcia: sconfitta totale” – continua Della Calce – “Non era a Battipaglia sola rivolta studentesca,ma di popolo(assente). Lo Stato vince, vince sempre e comunque.. A voi le considerazioni”.
Raggiunto al telefono, il coordinatore Emilio Tortorella ci racconta la sua versione: “Stamattina, mentre protestavo a piazza Aldo Moro, mi hanno preso e portato al commissariato. Arrivato lì mi hanno tolto anche la batteria al cellulare, come se fossi un delinquente“.
Continua Tortorella: “La manifestazione oggi è proseguita in modo molto disorganizzato: la notizia ha preso piede e qui a Battipaglia sono venute persone anche dai paesi circostanti. Si è perso il controllo della situazione ma noi stiamo manifestando con la gente e in mezzo a loro”.
Per il secondo giorno consecutivo, Battipaglia resta “chiusa”.
Articolo, foto e video di Marco Inverso e Marianna Tancredi
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