Il gruppo di cui ci occupiamo questa settimana sono L’erba sotto l’asfalto, band costituitasi nel Vallo di Diano all’inizio di questo 2013.
I suoi componenti sono Giovanni Tierno (Voce e Chitarra ritmica), Luca Tramontano (Chitarra solista e Cori), Roberto Panzella (Basso) e Gianni Tramontano (Batteria e Sampling pad), e proprio questo venerdì uscirà il loro EP di esordio per la Diavoletto Netlabel su 114 stores digitali in 240 Paesi.
Si muovono sui binari di un rock molto spigoloso e contaminato, che mette insieme la durezza di un certo noise con la spontaneità del rock: il cocktail che ne risulta è un rock nervoso e affilato, cupo e rabbioso, caratterizzato da un suono musicalmente grezzo e distorto che non lascia scampo, grazie a un riffing micidiale e una voce aspra.
Questo loro primo ep è caratterizzato da una sezione ritmica estremamente varia e articolata, anche se mai fine a se stessa; gli arrangiamenti sono ruvidi al punto giusto senza lasciar spazio ad inutili virtuosismi.
Anche quando la band si confronta con melodie ‘pop’ (anche se il termine è da prendere, in questo caso, con le pinze), come nel caso di ‘Giuda’, il risultato è decisamente convincente e ricorda una sorta di Verdena ipervitaminizzati.
Per riuscire a conoscere meglio ciascun componente ed i loro progetti futuri, abbiamo rivolto alla band alcune domande.
Un ingegnere aborrito, un cameramen perseguitato, un giovane piacente, un antipatico disadattato 35enne senza né arte e né parte decidono di voltare le spalle ad una vita troppo quotidiana e di dedicarsi alla musica. Chi sono esattamente l’Erba sotto l’asfalto?
“L’Erba sotto l’Asfalto siamo esattamente noi, qui e ora, assediati da tutte le contraddizioni della vita che la civiltà occidentale oggi ci impone: rapporti umani superficiali, ossessioni consumistiche, paura del futuro, precarietà nel lavoro, per non parlare di una classe politica indegna spalleggiata da mezzi di informazione ridicoli. Non facciamo altro che cristallizzare tutto questo nella nostra musica. Il modo in cui ci definiamo, poi, non è altro che una maschera adottata sul palco per non prendersi troppo sul serio: in fondo il rock è anche una splendida messa in scena e noi ne siamo i clown”.
Quando nasce il vostro progetto?
“Il progetto è freschissimo, nasce all’inizio del 2013”.
Quali sono gli elementi attorno ai quali ruotano principalmente le vostre canzoni?
“Dal punto di vista dei contenuti, le canzoni si basano su un’idea o un’immagine o una frase che può venire dalla mia testa così come da qualcosa che vedo in giro o che sento dire o che leggo; attorno a quest’idea tento poi di costruire un testo.” – ci spiega il front-man della band – “Dal punto di vista musicale, invece, gli elementi arrivano un po da tutti i componenti della band. A volte porto un brano in sala prove già definito nella sua struttura portante e poi insieme costruiamo gli arrangiamenti, altre volte tutto può nascere da un riff di chitarra, un giro di basso o anche un loop elettronico. Si tratta di un lavoro corale estremamente divertente… e poi il piacere di mandarci a quel paese per un arrangiamento è impagabile!”
Avete avuto altre esperienze musicali, precedenti all’Erba sotto l’asfalto?
“Si, io, Roberto e Gianni ci portiamo dietro molti anni di attività con i DesDemona, un progetto che ci ha permesso di maturare molto da un punto di vista compositivo e che ci ha regalato moltissimi live in giro per il salernitano. Credo che qualcuno lo ricordi ancora!”
Il vostro è un sound caratterizzato da elementi contaminati dai primi Smashing Pumpkins conditi inconfondibilmente con quelli dei Verdena ma anche dei Subsonica. Quanto hanno influito queste band sul vostro lavoro?
“Per quanto mi riguarda moltissimo: è la musica con cui sono cresciuto, quella degli anni novanta, quella che ascoltavo quando ero un adolescente. Gli altri, invece, oltre a queste influenze apportano anche altro, dall’elettronica al progressive e molto altro ancora. E’ ovvio che poi si cerchi di rielaborare il tutto nella maniera più personale possibile.”
Tra tutte le esibizioni di quest’anno, e sono state molte, quale secondo voi è stata la più importante o la più emozionante?
“Difficile dirlo: tutte hanno qualcosa di speciale. Una delle più coinvolgenti per il pubblico è stata forse quella al Voci dal Sud, in aftershow dopo l’esibizione di Vinicio Capossela. Vedere le persone lanciarsi sul palco a ballare è stato meraviglioso! Ma forse era anche il tasso alcolico del pubblico a darci una mano.”
Avete suonato come gruppo spalla dei ‘Management del dolore post operatorio’ il 21 Agosto ad Auletta. Come è stato aprire il loro concerto?
“Fantastico! Il pubblico è stato meraviglioso….forse la prima volta in cui ho sentito cantare dagli spettatori i nostri ritornelli!! Poi i ragazzi del “Management” sono stati eccezionali, estremamente disponibili e ci hanno regalato uno splendido concerto! Una delle migliori realtà musicali che abbiamo in questo asfittico paese.”
A proposito di festival, avete superato le prime due fasi del ‘Contestiamo’, al Contestaccio di Roma. Come avete vissuto questa esperienza?
“Sicuramente è stato stimolante proporci davanti a un pubblico che non ci conosceva in uno dei migliori locali di Roma, e devo dire che la risposta è stata più che soddisfacente. Essere poi selezionati da Federico “Fefo” Forconi, chitarrista degli Almamegretta e direttore artistico del Contestaccio, è stata davvero una bella soddisfazione. A marzo saremo di nuovo a Roma, sempre al Contestaccio, per la terza fase del contest”.
‘Ruvida’ è il primo brano con video interamente autoprodotto. A cosa si riferisce?
“Il brano cerca di descrivere il rapporto difficile fra due persone nella sua fase iniziale e contiene alcuni elementi autobiografici, anche se non racconta una storia nella sua linearità: è piuttosto un susseguirsi di immagini coerenti intorno ad un argomento. La realizzazione è stata molto divertente per noi, lo abbiamo prodotto davvero con nulla, un telefonino, un faro e un po di microfoni, in maniera molto casuale, anche se è stato molto importante il lavoro di post-produzione fatto da Roberto, il nostro bassista, che è anche il nostro regista”.
Componete, arrangiate, registrate e mixate in totale autoproduzione. In un territorio come il Vallo Di Diano, quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
“Purtroppo le difficoltà sono enormi. La principale difficoltà è sicuramente quella economica: è sempre più difficile reperire le risorse per produrre e promuovere i propri lavori. Questo è il motivo principale che ci ha spinto verso la totale autoproduzione. Anche le occasioni live sono poche, oltre ai festival estivi; i locali non sono molti e non sempre sono orientati a proporre band originali, spesso si preferisce la cover band o il dj, perchè si pensa che garantiscano maggior afflusso di pubblico. Infine, forse, anche il pubblico non sempre è curioso verso le novità e andrebbe abituato. Ci vorrebbe un po più di coraggio e lungimiranza da parte degli addetti ai lavori, gestori di locali, promoter ecc. Per questo l’unica strada è cercare di muoversi e raggiungere realtà più grandi, come possono essere Roma o Milano, dove si possono trovare molte più occasioni e un pubblico forse un po’ più maturo”.
A breve uscirà il vostro primo ep, per l’etichetta ‘Diavoletto Netlabel’. Come vi fa sentire?
“Siamo molto felici di uscire per la Diavoletto net-Label: i ragazzi che la gestiscono sono fantastici e sono la dimostrazione che il duro lavoro paga sempre. Quest’anno, infatti, hanno ricevuto il premio “Miglior Net-Label 2013 al M.E.I di Faenza, il meeting delle etichette indipendenti. Il fatto di poter esporre il loro diavoletto giallo accostato al nostro nome ci riempie di orgoglio”.
Quali sono gli altri progetti in cantiere?
“Ora siamo impegnati con i concerti invernali nei locali. Tutte le info sulle date sono facilmente reperibili sui nostri canali on-line, inoltre credo che tra poco inizieremo a pensare alla produzione del nostro prossimo video. Al momento stiamo lavorando ad una sorta di copione; sarà sicuramente più impegnativo e ambizioso rispetto al primo e farà da apripista per il nostro prossimo lavoro discografico, per il quale abbiamo già scritto e arrangiato un buon numero di brani, anche se al momento non so dirti quando vedrà la luce. “
Alessandra Agrello