Roma. Nel giorno della decisione della Corte Suprema di posticipare al 18 febbraio la sentenza per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri trattenuti in India con l’accusa dell’ omicidio di due pescatori indiani il 15 febbraio del 2012, arrivano le pesanti accuse al senatore a vita Mario Monti dal deputato di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Affari Esteri della Camera Edmondo Cirielli.
Cirielli definisce la gestione Monti del caso marò “un fallimento disastroso” che ha umiliato l’Italia e, per questo, lo invita a rinunciare alla poltrona di senatore a vita: “L’aver accettato supinamente la giurisdizione indiana contro il diritto internazionale – scrive Cirielli – l’aver riconsegnato i nostri militari in violazione dell’istituto dell’estradizione e del codice di procedura penale, l’aver esposto anche solo come rischio potenziale alla pena di morte i nostri due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in spregio alla Costituzione – spiega – costituiscono una chiara incompatibilità con la carica onorifica di senatore a vita”.
Cirielli arriva, poi, al confronto politico, dicendosi contento della denuncia della fallimentare linea adottata da Monti da parte del Governo Letta, non spiegandosi invece l’apparente noncuranza del Pd e del segretario Renzi: “Fratelli d’Italia – conclude – valuterà, a questo punto, oltre alla commissione parlamentare d’inchiesta già proposta e alle tante interrogazioni, altre strade per denunciare questo vergognoso fallimento politico che ha colpito l’Italia”.