Un grande traguardo quello raggiunto da Piercarlo Morello, 33 anni, di Volgapo del Montello (Treviso), che pur essendo autistico è riuscito a diventare dottore all’università di Padova con una laurea magistrale in Scienze umane e pedagogiche con un voto di 96/110.
La sua tesi, “Morello Inclusione e ben-essere sociale. Una storia d’autismo per capire“, è stata discussa attraverso un computer con tastiera semplificata, all’interno della sala delle Edicole, in piazza Capitaniato.
Piercarlo è affetto da autismo non verbale, il che significa che il suo linguaggio è molto ridotto. A spiegare la sua condizione è la correlatrice Vittoria Cristoferi Realdon: “Piercarlo può rispondere verbalmente a frasi brevi, non è in grado di esprimersi a voce con un linguaggio complesso. Nella sua tesi ha riportato la sua esperienze di vita all’interno della scuola, dell’università e all’esterno. Ha testimoniato quanto è difficile uscire dal pregiudizio che c’è nei confronti dell’autismo. Per tanto tempo, all’inizio del percorso scolastico, si è trovato relegato al di fuori della classe, come racconta lui ‘a colorare quadratini e palline‘, ritenuto incapace di assistere e comprendere i contenuti di una lezione come gli altri suoi compagni. ‘Il mio problema era fare capire che avevo capito’, ha scritto nella tesi”.
Ma Piercarlo non ha mollato e a 14 anni ha imparato la scrittura al computer e grazie a questo è riuscito a diplomarsi in agraria, e la sua voglia di diventare un educatore ha permesso a Piercarlo di continuare gli studi e di laurearsi. La sua strada non è stata semplice, a partire dai viaggi per raggiungere la sede scolastica, viaggiando come pendolare su un treno in completa autonomia, fino al far comprendere agli altri la sua situazione e quella delle persone come lui affette dal disturbo autistico.
Quello che Piercarlo adesso vorrebbe realizzare è il proseguimento all’università, magari come ricercatore, per portare la sua esperienza a chi si occupa di formare gli insegnanti di sostegno.
I genitori di Piercarlo sono estremamente orgogliosi del figlio, nonostante anche loro abbiano lottato per ottenere questo traguardo. Il padre Luciano, ex insegnante, racconta: ”Abbiamo vinto una battaglia ma la guerra continua. Ma lo sa che quando Pier si è iscritto all’università l’Usl voleva togliergli i 400 euro al mese dell’accompagnamento”? Dicevano: se va all’università non è autistico. Invece anche l’ultima diagnosi, svolta in una struttura pubblica due anni fa, conferma purtroppo che il nostro Pier è affetto da autismo severo“.
E poi prosegue: ”Io non so nemmeno cosa abbia provato, quando la commissione lo ha proclamato dottore e gli amici gli hanno fatto festa. Per un giorno e mezzo Pier si è ritirato nel suo posto preferito: il salotto di casa. Resta solo davanti alla tv accesa ma senza volume e ascolta musica alla radio: da Beethoven ai cantautori italiani. Non vuole che nessuno entri. Sì, ha visto i giornali, il Mattino e la Tribuna, che parlavano di lui. Ha fotografato gli articoli.Conosco i suoi tempi. Solo fra una settimana, via computer, potrò chiedergli come ha vissuto le ore della laurea. Io so che era molto teso, ma l’abbiamo capito solo noi genitori: aveva le guance rosse“.
Questo è un punto di arrivo per Piercarlo, ma è un punto di partenza per chi come lui deve affrontare questa dura situazione e che sta cercando di inserirsi nel mondo.
Le immagini sono tratte da internet