La vecchia espressione, riferita ai nostri amici a quattro zampe, “gli manca solo la parola”, fra qualche anno potrebbe non essere più così più veritiera. Il migliore amico dell’uomo, riuscirebbe finalmente a dar voce ai suoi istinti, attraverso un dispositivo capace di tradurre in parola i pensieri dell’animale.
Da qualche tempo la Society For Invention and Discovery, azienda svedese che molto spesso è alla ricerca di scoperte alquanto curiose, sta portando avanti questo progetto, per adesso solo in via di sperimentazione. Il dispositivo dovrebbe avere la forma di una cuffia che, una volta indossata dal cane, tradurrà gli impulsi provenienti dal cervello dell’animale in un linguaggio comprensibile all’uomo. Nello specifico, il futuro traduttore di pensieri canini, sarà composto da un sensore EEG (tipo quello degli elettroencefalogrammi), a sua volta connesso ad un computer, detto il Raspberry IP, a basso consumo energetico. Il computer, una volta che avrà rilevato gli stimoli provenienti dal cervello, li tradurrà in predefiniti schemi di pensieri interpretabili, successivamente tradotti in frasi di senso compiuto, comprensibili all’uomo.
L’iniziativa dal simpatico titolo, “No More Woof (non più abbai)”, è guidata da Per Cromwell che non ha ancora presentato il prototipo: sono ancora in fase di sperimentazione e non si conosce la tempistica per vederlo ultimato. Secondo il professor Bruce Luver della Duke University, l’apparecchio non sarebbe in grado di registrare alcuni istinti o sintomi del cane, come ad esempio la fame. Questo perché costituisce un impulso che proviene dall’ipotalamo, nonché zona del cervello al di fuori dell’area di copertura dei sensori. Si tratta dunque di un dispositivo, come sostiene lo stesso Cromwell, “che è ancora poco più di un’ipotesi. Basti pensare che al solo movimento della cuffia il segnale andrebbe perso”.
Dovremmo aspettare ancora un po’ prima di vedere il un nostro cane trasformarsi in un moderno Scooby-Doo.