divorzio 197413 maggio 1974, un lunedì, si chiudono le urne aperte il giorno precedente 12 maggio e l’Italia diventa ufficialmente un Paese moderno. Già perché si era appena votato per il primo referendum abrogativo nella storia repubblicana. I no trionfano con uno schiacciante 60% e la legge sul divorzio introdotta nel 1971, grazie all’iniziativa di due parlamentari laici, il socialista Fortuna e il liberale Baslini, resta in vigore. Oggi è un altro lunedì, e da quel giorno sono passati esattamente 40 anni e quel “divorzio” che prima era considerato un tabù adesso è diventato prassi. Ha sdoganato le morali diventando costume, strumento. Al punto che se prima ci si occupava di organizzare il matrimonio perfetto oggi c’è chi ha pensato di prendersi cura anche del momento dell’addio di una coppia.

Così nascono le prime agenzie di “divorce planner” questa nuova figura professionale specializzata nell’organizzare separazioni “di successo”, che si concludono se non con il sorriso, almeno senza troppi drammi. A fondare “Ciao amore“, la prima agenzia romana, è stata Milena Stojkovic sociologa e mediatrice famigliare che, come lei stessa spiega, ha deciso di fare questo passo basandosi sui numeri: “Negli ultimi anni i divorzi sono cresciuti del 75%, quindi ho pensato che ci volesse un supporto forte e sfaccettato per questo cambiamento sociale”. Così con una decina di sedute che si aggirano attorno alle 150 euro l’una si può evitare la via giudiziale per accordarsi in armonia e si possono ottenere dei vantaggi in più: dalla lista per la divisione dei beni al nuovo alloggio, passando per il personal trainer che aiuta a ritrovare il benessere fisico. Stesso principio per “Ricomincio da qui” agenzia con sede a Torino che tra le altre cose mette anche a disposizione baby sitter per le coppie che si separano e collaboratori per le faccende domestiche: “Non è un business ma un servizio socialmente utile” precisa Rossella Dionetti, la titolare che sta pensando di aprire a settembre una sede anche a Milano. Ma prima del passo dell’agenzia c’è il momento delle domanda fatidica: è il caso di riprovarci o è meglio dirsi addio? La decisione non è mai scontata. L’ansia, la paura, il rancore, la collera, i sensi di colpa rendono difficili le scelte ragionate. Per gestire la situazione di disagio e scegliere il percorso migliore, valutandone con lucidità le conseguenze a lungo termine, spesso servirebbe un arbitro neutrale. Per trovare le risposte giuste anche in questo caso ci ha pensato Milena Stojkovic che insieme all’avvocato Camilla Galeota, esperta di diritto di famiglia, hanno dato alle stampe una sorta di manuale d’uso del divorzio “Allora Ciao  –  Divorziare senza farsi (troppo) male”, edito da De Agostini, e che spiega come dirsi addio evitando il peggio. E sono proprio le due autrici a darci dei consigli pratici su cosa fare, e cosa no, arrivati alla rottura.

COSE DA FARE

1. Fare di tutto per capire se la separazione sia davvero l’unica soluzione ai vostri problemi.
2. Nel processo di separazione focalizzarsi sul presente e sul futuro. Rimuginare sul passato non porta alla soluzione costruttiva dei problemi.
3. Tenete sempre in mente il benessere dei vostri figli, se li avete. Questo pensiero allontana l’aggressività e risveglia in voi il genitore responsabile.
4. È necessario riuscire ad accettare e rispettare l’ex partner come genitore separato. La persona che fino a ieri è stata nostro compagno di vita continuerà ad essere padre/madre dei nostri figli per sempre.
5. Create un team di persone che possono essere amici, genitori, parenti o colleghi, ai quali potete rivolgervi nel momento del bisogno. Si prevedono mesi durissimi, è difficile farcela da soli.
6. Fate un esame lucido della vostra situazione legale e finanziaria; subito dopo fate una lista accurata dei vostri effettivi bisogni e quelli dei vostri figli e teneteli sempre in mente durante la negoziazione degli accordi.
7. Cercate di tenere più possibile separati i due divorzi, quello psichico e quello legale, lasciando le emozioni fuori dalle decisioni legali e finanziarie.
8. Fate in modo che, anche dopo la separazione, i figli possano mantenere i legami e le relazioni con entrambi i genitori e le altre persone importanti della loro vita (nonni, zii etc.). Dovranno sentirsi liberi di continuare a provare amore per tutti i componenti della famiglia e gioia nel frequentarli.
9. Avvalersi dell’aiuto dei professionisti: la terapia di coppia o la mediazione familiare sono i percorsi che privilegiano la co-responsabilità dei coniugi nella presa delle decisioni.

COSE DA EVITARE
Se la cosa certamente giusta da fare forse non c’è, ci sono però quelle certamente sbagliate. Eccole:

1. Evitate di bloccare completamente la comunicazione con il vostro ex partner; nei mesi che seguono la separazione le decisioni da prendere sono tante e il dialogo è necessario per arrivare ad accordi soddisfacenti per tutti.
2. Evitate di puntare sempre il dito contro l’altro e cercate di capire quali sono state le vostre responsabilità per la fine del rapporto.
3. Non scambiate i vostri figli per mosse del Risiko: non sono pedine per ottenere vantaggi personali (materiali o non).
4. Non denigrate l’altro coniuge di fronte ai bambini e non screditatelo.
5. Non raccontate ai figli bugie che riguardano i motivi della separazione o l’organizzazione del nuovo assetto familiare. A nessuna età.
6. Non sovraccaricateli con inutili dettagli che riguardano i motivi della separazione o il processo, soprattutto se non ve li hanno chiesti.

Hotel Divorzi
Chi l’ha detto che il divorzio non può essere una vacanza spensierata? Da oggi in Olanda nasce, dall’idea dell’imprenditore Jim Halfens, l’Heartbreak Hotel letteralmente traducibile (non a caso) in “Hotel Spaccacuore”. Le coppie entrano sposate ed escono con i documenti del divorzio pronti. In un’atmosfera (per quanto possibile) rilassata e tranquilla, in meno di 48 ore, viene organizzata la separazione. Il prezzo per un weekend non è esattamente modico, 2.500 euro. Ma comprende tutto il necessario: psicologo, avvocato, notaio e due camere (ovviamente) singole. Su richiesta c’è persino un consulente finanziario o un agente immobiliare che si occuperà del nuovo appartamento o della vendita della casa comune. L’Heartbreak Hotel non è propriamente un luogo fisico, piuttosto una sorta di “catering per divorzi”. Halfens si appoggia infatti ad una rete di lussuosi alberghi selezionati in Olanda e Belgio. Recentemente, l’offerta è disponibile anche a Bruxelles. “Vogliamo aiutare le coppie che sanno quello che vogliono – dice Halfens. – Entrambi devono però essere fermamente convinti del divorzio, in caso contrario il nostro concetto semplicemente non funziona”. Per questo un colloquio introduttivo avviene già alla reception: “Partendo da qui vogliamo scoprire di quali esperti la coppia ha bisogno”. Così se il primo giorno i genitori negoziano la separazione aiutati dagli esperti (ed eventuali bambini vengono affidati alle cure di uno psicologo), il secondo giorno vengono stesi gli accordi e firmati i contratti. E poi si torna tutti a casa. Propria.

APP
Anche la tecnologia viene in soccorso: è nata ‘iDivorzio’ un’App che giocando, ma non troppo (uno degli ideatori è il civilista Eugenio Carpeggiani) simula l’andamento dell’iter giuridico di un divorzio. Realizzata grazie allo studio delle casistiche, inserendo il proprio reddito, quello del futuro ex, il numero di figli, le “colpe”, in un paio di touch si scopre a cosa si va incontro in termini economici e di tempi. Un successo: sono già più di ventimila i download.

Musica

E dato che la musica è sempre una buona compagna anche nei momenti di trapasso perfetta è l’uscita del disco “Love, Marriage & Divorce”. L’album di duetti R&B di Tony Braxton e Babyface, entrambi divorziati, copre ogni stadio del dolore post-divorzio: dal buon senso nel brano I Hope That You’re Okay, nel quale si rivolgono solo buoni sentimenti nei confronti all’ex; al rancore di I wish, lista di “cattive speranze” che si augurano all’ex compagno. Modello bambola voodoo, ma cantato.