stefano caldoroContinuano a venire fuori inquietanti retroscena dalle intercettazione dell’indagine sulla P3 in relazione al voto per le regionali in Campania 2010. Dagli atti emerge tutto un sistema pressione e minacce volto, non solo a compromettere la candidatura di Caldoro (attraverso un finto dossier), ma anche a influenzare le nomine per incarichi pubblici.

È Giancarlo Correale, allora comandante di polizia locale nell’Agro e in precedenza comandante dei vigili urbani di Salerno, che prova a strappare la nomina a comandante della polizia provinciale in cambio di un sostanzioso appoggio elettorale a Alberico Gambino. Correale ne parla al telefono con Ernesto Sica il quale, però, assicura che per quel posto Edmondo Cirielli aveva già scelto un carabiniere (come poi è avvenuto). “Vedete quante cose belle possiamo fare, per voi. Io vado a rompere il cacchio a chi dite voi” dice Correale proponendosi per l’incarico “Avere una disponibilità del genere forse non avere capito cosa significa: 158 comuni, se non ve la giocate mo poi vi fregate”.

Dagli audio delle telefonate di Sica emergono anche tentativi di pressione da parte del centrosinistra. Dario Del Gais spinge il sindaco di Pontecagnano a schierarsi in appoggio a De Luca, candidandosi nella lista civica “Campania Libera”; “io ti porto duemila voti e abbiamo chiuso il libro, e diventi consigliere regionale. E basta. Che fa lì, questi non te la fanno questa cosa” assicura Del Gais. Sica appare incerto ma si danno un appuntamento per quella sera stessa. Alla fine non se ne farà nulla e a Sica verrà affidato un assessorato nella giunta Caldoro, che lascerà poco dopo per l’esplosione dello scandalo dossier.