Il primo giorno di dicembre è, dal 1988, la giornata mondiale dedicata alla di lotta contro l’Aids. Lo slogan scelto nel 2014 è “Closing the gap in HIV prevention and treatment”, cioè riduci la distanza fra prevenzione e trattamento dell’Aids.
Dal 1988 ad oggi ancora non è stata trovata una cura e la malattia non è stata debellata, inoltre continua i comportamenti a rischio: in Italia le nuove diagnosi di Hiv nel 2013 sono state oltre 3600.
Nel mondo l’epidemia peggiore di Aids al momento è quella che si sta registrando nell’Europa dell’Est e in Asia centrale, anche se in Africa c’è il maggior numero di casi,ma si è visto che dove è stato migliorato l’accesso ai farmaci è calato il numero di infezioni. In Russia e in altri Paesi dell’Est Europa c’è un minor accesso al trattamento rispetto a quanto avviene in Africa, e questo ha portato ad aumento esponenziale dei casi negli ultimi anni. In alcune realtà sono addirittura triplicati”
Il vero problema è la mancanza di un’educazione sessuale che chiarisca bene quali sono i rischi nell’avere rapporti sessuali non protetti “In Italia al momento ci sono 95mila persone in terapia, dal 1982 a oggi abbiamo avuto 65mila casi segnalati, di cui 42mila morti – spiega il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – Secondo le ultime stime, nel 2014 i viventi sieropositivi saranno 123mila. I nuovi casi del 2013 sono 1016, ma le nuove diagnosi sono 3608. L’84% delle diagnosi è dovuta a rapporti non protetti, e mi preoccupa la recrudescenza tra i giovani. Ci attiveremo con una serie di campagne sulle infezioni sessualmente trasmissibili. Dobbiamo tenere alta la guardia sull’Aids, sull’epatite, sulla sifilide e sulle altre malattie”.