Era l’11 settembre del 2001, quando due dei sette edifici del World Trade Center (WTC 1 e WTC 2) crollarono sotto il colpo di un feroce e inaspettato attentato che, ancora adesso, a distanza di 14 anni, fa tremare l’America e il mondo intero. E in queste ore più che mai.
Ricorre oggi, infatti, l’anniversario della caduta delle Twin Towers, meglio note come Torri Gemelle, simbolo degli Usa.
Dopo la loro distruzione, nessuno degli altri edifici è sopravvissuto: WTC 3, WTC 4, WTC 5, WTC 6 e WTC 7 sono stati abbattuti perché dichiarati inagibili o sono crollati dopo i primi due.
Ora, solo detriti e i nomi delle vittime dell’attentato riempiono il vuoto lasciato da un attimo di violenza efferata.
Un attimo che ha visto due aerei di terroristi abbattersi sui famosi grattacieli che, secondo alcuni, sarebbero caduti per effetto del materiale esplosivo posti nei 110 piani, piuttosto che per il solo impatto degli aerei.
Quattro in tutto i mezzi dirottati: due diretti verso le Torri Gemelle, uno verso il Pentagono e un altro, mai arrivato a destinazione, destinato al Campidoglio o alla Casa Bianca a Washington.
Il tutto per un bilancio di 9398 tra morti e dispersi; 6294 feriti, di cui 106 nel Pentagono.
Questo il racconto ufficiale.
Eppure, sebbene l’inchiesta della Commissione nazionale per gli attacchi terroristici agli Stati Uniti sia conclusa, pare ci sia un lato ancora più oscuro della vicenda, che ha sollevato ulteriore inquietudine. Un’altra verità che porta il nome di “Teoria del complotto”.
I fautori di questa visione sostengono, infatti, che agli Stati Uniti servisse un pretesto per dichiarare guerra all’Afghanistan e che abbiano nascosto, dai tempi di Bush padre, le relazioni pericolose della famiglia Bush con i sauditi di Bin Laden.
Diversi sono gli elementi a sostegno di questa tesi che vanno, quindi, a minare la solidità della versione comunemente conosciuta e divulgata: dallo scetticismo nel credere che i terroristi si siano mossi liberamente negli States, sfuggendo anche alla Cia – Central Intelligence Agency (Agenzia di spionaggio per l’estero degli Stati Uniti d’America) –, ai dubbi emersi dall’analisi dei video delle dirette televisive della Cnn, della Fox e della Cbs, che mostrano il cielo di diversi colori o che presentano strani tagli di montaggio e altri elementi discordanti, dall’assenza dei resti degli aerei che sono stati portati subito presso la discarica di Fresh Kills, a Staten Island, secondo i sostenitori del complotto, per evitare indagini sulla dinamica dei crolli.
Anche l’Italia ha puntato i riflettori sullo scenario che si è aperto oltreoceano: Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Francesco Trento e Thomas Torelli hanno lavorato ad un’inchiesta e, quindi, a un libro poi diventato anche pellicola cinematografica, proiettata alla Festa del Cinema di Roma, “Zero“, che mette in evidenza proprio la presunta manipolazione delle immagini dell’attacco.
Non convince neanche il fatto che i presunti terroristi, dirottatori inesperti, siano riusciti a pilotare aerei come i Boeling 757 e 767, al punto da mettere in atto il piano terroristico. Alcuni testimoni, inoltre, hanno dichiarato di non aver visto in modo nitido l’aereo, pur essendo stati sotto le torri, al momento dell’impatto, sospettando che si sarebbe potuto trattare anche di un missile.
E che dire del supposto furto di identità a danno di 19 piloti, i cui nomi sono stati pubblicati immediatamente dal Dipartimento di Stato americano?
Pare che almeno 13 di loro fossero vivi e totalmente estranei ai fatti, che risiedessero in altri Paesi e che avessero denunciato anni prima il furto del passaporto.
I piloti si sono anche recati presso le ambasciate americane per capire come mai il loro nome fosse sull’elenco dell’Fbi.
I dubbi persistono ancora, dopo anni.
Chissà se l’arcobaleno che oggi ha sorvolato il cielo di World Trade Center sia un segnale positivo, in prospettiva di nuovi elementi che potrebbero emergere per venire a capo della, a quanto sembra, intrigata vicenda.
Le teorie sono approfondite sul sito Architects and Engineers for 9/11 truth.